Dopo anni da dimenticare, in cui il prezzo del latte alla stalla era sceso a 30 cent/l (a fronte di un costo medio di produzione che si aggirava intorno ai 40 cent/l), dalla fine del 2016 il mercato del latte ha registrato finalmente dati positivi, riferiti in particolare all’aumento di valore della panna e del burro e all’aumento delle esportazioni, con particolare attenzione al settore formaggi.
Determinato in funzione di quotazioni che possono essere liberamente consultate sul sito CLAL dedicato alle analisi di mercato, flussi import ed export e forecast sulle tendenze delle produzioni, degli stock, del prezzo del latte e dei suoi derivati, dal 2016-2017 il prezzo del latte alla stalla è tornato ad assestarsi su quotazioni più soddisfacenti per i produttori e i consumatori.
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L’equità del prezzo del latte è un prerequisito essenziale alla sopravvivenza del mercato – dalle stalle ai caseifici agli esportatori di latte – italiano e non solo. Sul mercato interno, l’impegno continuo della Coldiretti ha contribuito alla battaglia per la giusta retribuzione al lavoro degli allevatori, generando una reazione positiva anche oltralpe. Dietro il prezzo del latte c’è infatti il duro lavoro quotidiano di aziende grandi e piccole, famiglie, fattorie, allevatori: quotazioni alla stalla troppo basse non fanno bene al delicato tessuto produttivo agroalimentare, rischiando di minare l’autonomia alimentare del Paese senza alcun reale e sostanziale beneficio per i consumatori al dettaglio.
Dal dicembre 2016 per il calcolo del prezzo del latte crudo alla stalla è stato introdotto lo strumento dell’indicizzazione: i due parametri fondamentali per determinare il prezzo base di mercato sono da un lato il costo europeo del latte (UE-28), e dall’altro il prezzo del Grana Padano, uno dei prodotti caseari italiani più importanti a livello di consumo nazionale e di export. L’indicizzazione deve poi tener conto di un prezzo base fissato su base mensile, e di livelli minimi sotto i quali il prezzo del latte crudo non potrà scendere.
I tre valori base che concorrono a definire il prezzo del latte sono quello del latte crudo oggetto di cessione, quello del latte di riferimento europeo (Ue-28) e quello del Grana Padano (prezzo medio mensile del formaggio a stagionatura di almeno 9 mesi, come da quotazioni della borsa merci della Camera di commercio di Milano). Su questa base viene determinato il prezzo medio del latte a cui tutti i fornitori e gli esportatori dovranno adeguarsi.
La ripresa del mercato del latte, iniziata nel 2016 e proseguita con trend positivo negli anni seguenti, sembra destinata a proseguire nel decennio a venire, riaffermando il ruolo di colonna portante del comparto alimentare e inestimabile patrimonio italiano del settore lattiero-caseario. Grazie a un prezzo del latte più equo che ha visto riconosciuto il duro lavoro degli allevatori e di tutta la filiera, il mercato del latte ha registrato valori che hanno raggiunto il 26% della produzione in allevamento sul totale dell’intera zootecnia e il 12% del fatturato industriale del comparto alimentare italiano nel 2016, con particolare riferimento alle regioni del Nord.Proprio nel cuore della pianura padana, dove si produce circa il 70% del latte italiano, sorge lo stabilimento produttivo della Compagnia Lattiero Casearia di Roccafranca (BS). Specializzati nella creazione di prodotti a base latte freschi, surgelati o concentrati con le caratteristiche funzionali e sensoriali del latte fresco, vantiamo una significativa esperienza nel mercato internazionale e una solida reputazione di affidabilità, coerenza e qualità come fornitori ed esportatori di latte, panna e prodotti a base latte per industria.
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